Era un po’ di tempo che volevo rivederlo. Come i libri avvincenti e dalla trama più complicata ci spingono a leggerli e a rileggerli, così alcuni film si riguardano per la volontà di rivivere le emozioni della prima visione. E per coglierne significati che in prima battuta non erano così evidenti.
E’ per questo che lo scorso fine settimana ho rivisto con piacere “La Grande Scommessa (The Big Short)”, film tratto dall’omonimo libro di Michael Lewis e ispirato alla grande crisi finanziaria del 2008. Con piacere misto ad una necessaria sofferenza. Perché è un film che sa narrare con semplicità logiche e contesti complessi. E nello stesso tempo richiede concentrazione ed attenzione per non perdere il filo del discorso (caldamente consigliata la visione a persone riposate e possibilmente lontano dai pasti).
CORREVA L’ANNO 2008
O meglio, la vicenda inizia qualche anno prima. La crisi finanziaria infatti è culminata il 15 settembre 2008 con il fallimento di Lehman Brothers, colosso del sistema finanziario americano, il cui crollo sconfessò il teorema del “too big to fail” (troppo grande per fallire). In realtà i problemi iniziano l’anno precedente, quando una fetta consistente di mutui più rischiosi (i cosiddetti mutui subprime), concessi a fasce di clientela economicamente più precaria, si trasforma a tasso variabile, con un aumento importante della rata mensile dopo i primi anni di vita del mutuo in cui gli interessi era calcolati in base ad un tasso fisso molto più basso. Fin qui il problema poteva limitarsi alle banche che avevano erogato i finanziamenti e ai clienti non più in grado di pagare.

IL MECCANISMO DELLE CARTOLARIZZAZIONI
Parola difficile cartolarizzazione. Cerco di spiegartela in maniera semplice.
Se si parla di prestiti, è il processo con cui una banca fa diventare un insieme di mutui oggetto di scambio con un altra società, detta società veicolo. In questa maniera la banca, grazie al denaro incassato con la cessione, ottiene il rimborso del capitale concesso ai propri clienti prima della scadenza. La società veicolo, nuova creditrice dei mutui, a sua volta cerca di ottenere liquidità immediata. Come? Emette un’obbligazione, che viene collocata sul mercato, i cui interessi vengono pagati con gli interessi dei mutui cartolarizzati. E il rimborso dell’obbligazione è garantito dal rimborso dei mutui stessi. Lo schema sembra lineare.
IL LABIRINTO DEI DERIVATI
Si complica perché i passaggi di mano dei mutui possono essere numerosi (una società veicolo che li vende ad un’altra società che li rigira ad una terza società che si fonde con una quarta società, e via di questo passo). E perché parallelamente all’obbligazione possono essere emessi titoli derivati.
Dovrei scrivere un libro (e ci sto pensando) per spiegare cosa sono i derivati, e forse non basterebbe. Come scrive Borsa Italiana, sono “strumenti finanziari il cui valore dipende (“deriva”) dal valore di un’altra attività finanziaria o reale (attività sottostante)”. Quindi la società veicolo emette un’obbligazione e un’altra società finanziaria emette un derivato legato all’obbligazione. La situazione più semplice è quella del derivato che copre dal rischio che l’obbligazione scenda di prezzo o non venga rimborsata. E quindi si guadagna se l’obbligazione perde, e viceversa.
La situazione è più complessa quando il derivato può amplificare perdite e guadagni (si dice che è a leva). E quando il titolo sottostante del derivato è un altro derivato.
UNA MISCELA ESPLOSIVA
Tutto chiaro? Bene. Riepiloghiamo e mettiamo insieme gli elementi di cui ti ho parlato. Allora abbiamo titoli obbligazionari legati a un pacchetto di mutui cartolarizzati. E quindi una platea di risparmiatori si assume i rischi della banca, senza conoscere l’identità dei debitori dei mutui. Se poi si combinano a queste obbligazioni derivati a copertura, a leva, sui derivati stessi, il rischio può diventare una pericolosa miscela. E se i debitori dei mutui iniziano a non pagare più le loro rate, ecco che il botto è garantito, Com’è successo nel 2008

RITORNIAMO IN SALA, PLEASE
Il film descrive la storia di un gruppetto di analisti e broker finanziari che capisce il problema: circolavano obbligazioni emesse su mutui che le banche dichiaravano di alta qualità e che in realtà erano subprime. Quindi prevedono che diverse obbligazioni non verranno rimborsate e iniziano a scommettere sul crollo dei mercati. Ma il sistema finanziario li prende per matti, fino a quando non si dovrà amaramente rendere conto che avevano visto lungo e vinto così la scommessa.
VINCITORI E PERDENTI
Vedere e rivedere questo film mi porta sempre a alcune considerazioni.
La prima è la constatazione della distorsione cognitiva collettiva e dell’autoreferenzialità che il sistema finanziario vive spesso alla vigilia delle grandi crisi. E’ per questo che cerco di inserire sempre nel portafoglio dei miei clienti strumenti decorrelati dall’andamento dei mercati finanziari (ossia non legati direttamente ad essi). Oppure strumenti gestiti con un approccio contrarian, con cui si investe in modo differente e contrario rispetto alla maggioranza.
La seconda conclusione è che anche l’autoreferenzialità a livello personale è un ostacolo per l’investitore. Nel mio lavoro spesso mi capita di aiutare il cliente a sganciarsi dalla sua visione personale e ampliare la prospettiva con cui osserva la realtà e gli obiettivi futuri per cui investe.

Inoltre sappiamo che la crisi del 2008 nasce dalla crisi di una parte del mercato obbligazionario. E quindi ti consiglio di abituarti a pensare insieme a me che il rischio zero non esista anche investendo in obbligazioni. Così come abbiamo capito che la miopia del sistema finanziario è figlia della sua stessa opacità e della complessità degli strumenti emessi. La trasparenza si raggiunge firmando una marea di contratti? Non credo. Piuttosto ti consiglio di affidarti ad un intermediario meritevole di fiducia e capace di spiegare in parole semplici ciò che si firma.
Infine la trama del film può far pensare che sul mercato finanziario ci sia chi vince a scapito di chi perde. In realtà chi, come me e te, ha a cuore un approccio etico e responsabile alla finanza, sa che crisi epocali come quella del 2008 sono crisi di tutto il sistema economico e finanziario. E quindi sono sconfitte per tutta l’umanità.