Economia Circolare: un nuovo paradigma per lo sviluppo sostenibile
Estrai, produci, consuma, getta. Il modello della cosiddetta “economia lineare”, quella con cui tutti siamo abituati ad avere a che fare, sta mostrando chiari segni di sofferenza. È di fatto una vera e propria emergenza che sembra ormai evidente su tre fronti: sociale, ecologico ed economico. Insomma, sembra chiaro che la filosofia di crescita che ci ha portato sin qui, consentendo un progresso mai visto prima per ampie fasce della popolazione mondiale, si stia rivelando non più sostenibile. Il motivo è riassumibile in una semplice considerazione: consumiamo e produciamo rifiuti come se il nostro pianeta fosse grande almeno una volta e mezza le sue dimensioni.
Cambiare paradigma è dunque l’unica via sostenibile, e al di là dei proclami e delle dichiarazioni d’intenti, l’economia globale sarà costretta a farlo se si vuole scongiurare l’implosione. La risposta più convincente alla crisi del sistema economico lineare sembra quello che va sotto il nome di “economia circolare”. L’idea non è nuova: se ne trovano tracce già 40 anni fa in un rapporto presentato all’Unione Europea e poi pubblicato come ricerca nel 1982.
In sostanza, l’economia circolare auspica una concezione della produzione del consumo del tutto alternativa a quella classica: dove il modello lineare finisce (con i rifiuti), quello circolare comincia, trasformando gli scarti in nuove risorse, privilegiando fonti rinnovabili e favorendo la replicazione di questi cicli virtuosi.