La Green France e i green bond: una vera rivoluzione
I Francesi hanno deciso di fare della loro nazione un Paese “green” a tutti gli effetti. Hanno capito, forse meglio di altri, che l’emergenza ambientale esiste e che la strada migliore per intervenire è quella di creare un rapporto stretto tra ambiente e finanza. In che modo? Mettendole reciprocamente al servizio l’una dell’altra. Perché, si sa, poche cose attirano la nostra attenzione quanto il nostro portafoglio.
Il 17 agosto 2015 è stata varata la legge relativa alla “transizione energetica” per la crescita “verde”, ed è una legge che impegna tutte le componenti della società: cittadini, imprese ed istituzioni pubbliche e private. Con questa legge la Francia si renderà sempre più indipendente dal punto di vista energetico e ridurrà in modo significativo le emissioni di CO2 nell’atmosfera.
Tanti sono i progetti in campo ed uno in particolare merita un approfondimento: il lancio di tre “green bond” da parte della società francese che gestisce le ferrovie.
COSA SONO I “GREEN BOND” E QUANTO VALGONO NEL MONDO?
Prima di parlare nello specifico della situazione francese, è utile comprendere bene di quale strumento finanziario stiamo parlando.
La traduzione del termine inglese è “obbligazioni verdi”. Prima di tutto si tratta infatti di obbligazioni, ovvero titoli di debito per la società emittente che, a scadenza, si impegna a restituire all’acquirente il capitale iniziale, e durante la vita del titolo corrisponde una quota di interessi. Verdi perché sono obbligazioni “speciali”: la liquidità così raccolta dovrà essere utilizzata per finanziare progetti che abbiano un impatto positivo per l’ambiente. Alcuni obiettivi possono essere, a titolo di esempio, l’efficienza energetica, la produzione di energia da fonti pulite, l’uso sostenibile dei terreni.
I green bond sono fra gli strumenti più innovativi ed efficaci a disposizione di investitori attenti a scelte non solo di portafoglio e redditività.
Qualche dato non fa mai male: a livello mondiale, nel 2017, i titoli etichettati ufficialmente come “green bond” hanno raggiunto un valore 221 miliardi di dollari . Se poi allarghiamo gli orizzonti fino a ricomprendere nella categoria tutte le obbligazioni legate al clima, arriviamo a 895 miliardi di dollari. Tutto ciò lo possiamo ritrovare nel report “Obbligazioni e cambiamento climatico, lo stato del mercato nel 2017”, pubblicato dalla Ong “Climate Bonds Initiative”.
I green bond sono legati a sei macro-aree; il primo in ordine di importanza è quello dei trasporti, a cui è legato il 61% del totale dei bond emessi. Al secondo posto troviamo il settore dell’energia con il 19%, seguito dai progetti multi-settore e dai settori quali: industria e costruzioni, acqua, rifiuti e inquinamento, agricoltura e foreste.
Per la maggior parte, la durata dei bond è superiore ai 10 anni ed il 68% del totale è stato emesso da istituzioni pubbliche o controllate dallo Stato. Il 32% è stato emesso in yuan (moneta cinese), il 26% in dollari ed il 20% in euro. Tra i “green bond di stato, Cina e India sono le nazioni che hanno messo in campo gli importi maggiori. In Europa, la Polonia è stata la prima ad emettere green bond per 750 milioni di euro nel 2016…ed ora tocca alla Francia!
LA FRANCIA E LE SUE FERROVIE SEMPRE PIU’ VERDI
Torniamo alla Francia: la maxi-emissione da 7,5 miliardi di euro di green bond con scadenza 2032, lanciata a gennaio 2017 è stata “polverizzata” in poche ore, la domanda ha addirittura superato di tre volte l’offerta (nonostante il rendimento, 1,75%, non fosse particolarmente elevato).
Ed ecco la notizia del momento: la Sncf (società che gestisce le ferrovie francesi) ha lanciato tre green bond per un totale di 2,65 miliardi di euro (entrando così a far parte delle 15 più importanti aziende al mondo per emissioni di green bond). Attraverso questa “imponente” emissione, le ferrovie francesi intendono raggiungere, tra gli altri obiettivi, quello di finanziare la riduzione di un genere di emissioni ben più pericolose: quella di CO2.
Gli obiettivi sono fondamentalmente 4:
1) trasformare l’impresa per incrementarne il livello di resilienza
2) promuovere il treno come mezzo di trasporto sostenibile
3) definire nuovi standard di alto livello applicabili alle infrastrutture dei trasporti e all’industria ferroviaria complessivamente
4) misurare le emissioni di gas che si riusciranno ad evitare nei cantieri che verranno aperti nei prossimi 40 anni. L’azienda stima una notevole riduzione in termini di CO2 dispersi nell’atmosfera durante l’esecuzione dei lavori.
Per far tutto con la massima trasparenza, è stato pubblicato un rapporto dettagliato ed è stato effettuato un “roadshow” destinato ai potenziali investitori europei, cominciato il 18 ottobre a Parigi. Per la realizzazione di questo progetto è stato messo a punto un metodo molto dettagliato di valutazione e calcolo.
La Sncf ha intenzione di voler lanciare ogni anno green bond per una cifra compresa tra 1,5 e 1,8 miliardi di euro.
Questa volta possiamo dire “Vive la France” e chi la seguirà!