Cosa hanno a che fare i robot con la finanza, per di più sostenibile? Apparentemente sembrano due universi separati; per arrivare a lavorare in questi due settori i percorsi sono completamente differenti. Un punto di contatto c’è sempre, non esistono mondi paralleli.
La robotica infatti può aiutare a risolvere problemi legati alla sostenibilità ambientale, mentre qualche timore in più c’è in merito a quella sociale. Ed in finanza? Oltre ai cosiddetti robo-advisor, piattaforme che integrano la consulenza umana con un approccio matematico e l’ausilio di algoritmi, accostiamo l’intelligenza artificiale alla finanza con questo ragionamento: se l’utilizzo di un robot può garantire maggiore sostenibilità ambientale e, come vedremo, anche sociale, investire in strumenti finanziari che sostengono la creazione di determinati processi produttivi diventa automaticamente un investimento sostenibile oltre che profittevole.
I ROBOT E LA SOTENIBILITA’ AMBIENTALE
La crescita economica è possibile solo in presenza di produttività ed i robot sono indubbiamente lo strumento per una produzione più competitiva ed efficiente. Si parla ormai di quarta rivoluzione industriale o “Industria 4.0”. Si tratta di un nuovo modo di produrre, trasformare prodotti e processi.
L’impatto sull’ambiente è facilmente comprensibile e diretto: la robotica avanzata sostituisce in molti casi impianti e macchinari obsoleti e, pertanto, spesso inquinanti; infatti una macchina che lavora bene, che riduce al massimo gli scarti di produzione non può che essere, da un punto di vista ambientale, sostenibile. Più si utilizzano macchine efficienti ed efficaci, più il nostro pianeta, e quindi noi, ne beneficiamo.
I ROBOT E LA SOSTENIBILITA’ SOCIALE
Diversa invece è l’analisi dei risvolti sociali.
La prima osservazione che nasce spontanea è: un robot svolge il lavoro di più persone, in maniera più precisa e senza i costi, sempre troppo elevati per le aziende, della manodopera, ergo…”toglie posti di lavoro!”. E anche Papa Francesco ha fatto sue queste preoccupazioni, nel messaggio inviato ai grandi della Terra riuniti in questi giorni al Forum economico mondiale di Davos.
In realtà l’avvento della robotica, se gestito secondo i principi dell’Economia Civile per cui l’uomo è il centro dell’attività economica, può diventare opportunità di miglioramento sociale. Vediamo come.
INNOVAZIONE TECNOLOGICA E PROGRESSO SOCIALE NELLA STORIA
Innanzitutto i robot sostituiscono spesso l’uomo in lavori e mansioni dannose o pericolose per lo stesso. In secondo luogo dati storici evidenziano che i posti di lavoro creati dall’avvento della tecnologia avanzata sono superiori in numero a quelli persi per lo stesso motivo. Gli analisti di una grande banca svizzera evidenziano come la paura che l’impiego dei robot possa ridurre l’occupazione non sia una novità. Anche nella prima rivoluzione industriale il timore era il medesimo, poi nel giro di qualche anno la situazione migliorò sotto ogni punto di vista, tasso di occupazione incluso. Il segreto è sempre lo stesso: saper riconvertire attività e competenze. Il problema è superabile con la riqualificazione della forza lavoro.
Un esempio numerico: circa un secolo fa negli USA il 60% dei lavoratori erano occupati nelle fabbriche/campagne. Oggi questa percentuale è scesa al 20% e, nel frattempo, il mercato americano ha creato oltre 100 milioni di posti di lavoro.
Sugli esempi del passato, il mercato del lavoro si adatterà, con i suoi tempi, alla robotica; cambieranno le competenze dei lavoratori e si formerà una “nuova forza lavoro” adeguata ai nuovi modi di produrre. Il lavoro non diminuirà a causa dell’impiego di robot, semplicemente si dovranno modificare ed adattare le competenze.
Sicuramente, come già detto, alla riconversione delle competenze deve affiancarsi un modello culturale ed etico che veda il profitto non tanto come fine ultimo dell’attività economica, quanto come mezzo di progresso sociale.
I ROBOT E LA FINANZA
E la finanza che fa? Secondo una stima di Etf Securities, sul piano mondiale, entro il 2025 il mercato della robotica ed automazione varrà oltre 1,2 trilioni di dollari. Per sfruttare questo profondo cambiamento, sul mercato sono disponibili sia Etf che fondi comuni specializzati in questo settore. Per ora, gli investitori che già hanno puntato attivamente su questo settore non possono che essere soddisfatti dei risultati. La performance media (i guadagni medi) degli Etf e dei fondi comuni accessibili in Italia nel 2017 sono stati importanti, a doppia cifra: indubbiamente profittevoli!
La sostenibilità è ovunque si cerchi e si riesca a realizzare qualcosa nell’interesse della collettività presente e futura: un interesse a 360°. La finanza che va in questa direzione, a supporto di queste cause, è pertanto anch’essa sostenibile. Tocca a noi “sostenerla”, sia con le opportune scelte in campo finanziario, sia animandola con valori “a misura d’uomo”.