Regole per l’Europa ESG
Oggi voglio parlarti di un argomento molto attuale: la tassonomia UE.
Quando si parla di “tassonomia” si potrebbe pensare subito a un argomento polveroso e accademico. Invece al giorno d’oggi è una delle chiavi più concrete per capire dove stanno andando i soldi – e dove “dovrebbero andare”- , se vogliamo un futuro più sostenibile. Strumento ancora più importante in un momento storico cruciale per il futuro dell’Unione Europea.
CHE COS’È LA TASSONOMIA UE?
La prima cosa a cui si potrebbe pensare quando si parla di tassonomia è che sia una tassa.
Invece, la tassonomia è una classificazione tecnica, introdotta attraverso il Regolamento UE 852 del 2020, che serve a distinguere le attività economiche che contribuiscono in modo sostanziale a sei grandi obiettivi ambientali.
Quali sono questi obiettivi? Eccone un elenco:
- Mitigazione dei cambiamenti climatici
- Adattamento al cambiamento climatico
- Uso sostenibile delle risorse idriche
- Economia circolare
- Prevenzione dell’inquinamento
- Protezione della biodiversità
Per essere considerata “green” secondo Bruxelles, un’attività deve contribuire ad almeno uno di questi obiettivi senza danneggiare gli altri, e rispettare anche alcuni standard sociali e di governance.
Nel linguaggio della tassonomia, le attività economiche si dividono in tre categorie:
- Attività ecosostenibili: sono tutte quelle attività già in linea con gli obiettivi ambientali e rispondono ai criteri tecnici stabiliti dall’UE, come ad esempio la produzione di energia solare o eolica, l’edilizia con elevati standard energetici oppure la mobilità elettrica.
- Attività abilitanti: sono attività che non sono del tutto “green” di per sé, ma “aiutano” altre attività a diventarlo, come ad esempio le aziende che producono turbine per impianti eolici.
- Attività di transizione: sono attività che non possono essere del tutto sostenibili per limiti tecnologici, ma che stanno facendo passi concreti verso un miglioramento, come ad esempio le aziende che producono acciaio a basse emissioni rispetto allo standard industriale.
Una classificazione semplice? Non proprio. Ma fondamentale per orientare i capitali nella giusta direzione. Se vuoi approfondire, puoi leggere i 3 articoli che ho scritto recentemente per spiegare meglio questa categorizzazione.
COME EVOLVERA’ LA TASSONOMIA?
Durante quest’anno ci saranno e ci sono stati numerosi cambiamenti. Infatti molte aziende non devono più guardare e preservare solo l’aspetto ambientale, ma anche quello sociale.
Vi sono nuovi criteri che entreranno in vigore, quali la promozione di condizioni di lavoro eque, la promozione all’inclusione sociale e il rispetto dei diritti umani lungo le filiere.
Inoltre ci sono stati cambiamenti riguardo alla “creazione” di nuovi settori, quali l’agricoltura sostenibile, il settore manifatturiero a basse emissioni e l’edilizia di ristrutturazione profonda.
Dunque, per molte imprese (soprattutto PMI), significa rivedere completamente i propri processi per essere considerate “investibili” secondo i criteri ESG.
UNA BUSSOLA PER I TUOI RISPARMI
Quindi, la tassonomia UE non è solo una lista, ma un cambio di paradigma: da una finanza cieca a una finanza che osserva, valuta e distingue.
Chi ignora questa direzione, rischia di trovarsi fuori mercato mentre, chi la conosce, può cogliere l’opportunità e magari contribuire a un mondo migliore.
Se sei un investitore attento alla sostenibilità, la tassonomia può aiutarti a capire:
- Se un fondo ESG lo è davvero
- Se un’obbligazione “green” finanzia attività coerenti
- Se un’azienda è impegnata nella transizione o se è solo brava a fare marketing green.
Per poter investire sostenibilmente e responsabilmente, servono competenze, domande giuste e una guida esperta. Io sono qui apposta.
Se avessi dubbi o domande non esitare a contattarmi. Parliamone insieme.
scrivimi all’indirizzo mauro.ventura@finanzaresponsabile.it
Ti aspetto!