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Home›parole sostenibili›Due piani per la sostenibilita’

Due piani per la sostenibilita’

By webmasterfr
Maggio 22, 2021
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Inquinamento, povertà, corruzione, discriminazioni di genere e di razza, guerre. Anche tu come me ti deprimi e ti indigni quando vai su un sito di news o senti un telegiornale. E se leggendo i miei articoli poco per volta ti stai chiarendo le idee su come investire in maniera responsabile, ti viene naturale chiederti: “Sono da sola/solo in questo percorso? Chi vigila su questi temi? A quale normative si rifanno le banche e le società che gestiscono i miei soldi?”

Non sei sola/solo. Lo dicono i numeri degli investimenti in strumenti finanziari sostenibili, che, ad esempio, negli USA superano i 17 trilioni di dollari. Lo conferma la nascita di movimenti di massa come Fridays for future, ragazze e ragazzi che seguono la giovane Greta Thunberg. E il fatto che quasi 7 milioni di italiani sono impegnati in attività di volontariato.

Un’ulteriore conferma che il cammino verso un futuro sostenibile è collettivo arriva dal fatto che cresca la volontà politica a livello globale per andare in questa direzione.

E due iniziative a livello internazionale coinvolgono e impegnano diversi paesi in questo percorso.

17 OBIETTIVI PER UN UNICO TRAGUARDO

La prima è l’ “Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite”. E’ stata adottata da 193 paesi il 25 settembre 2015, e costituisce la cornice delle iniziative dell’ONU in campo di sviluppo e finanza sostenibile. E’ composta da 17 obiettivi, i famosi SDGs, di cui ho già parlato in un precedente articolo, suddivisi in 169 sotto-obiettivi. Come dice il titolo stesso di questa “magna charta” i sottoscrittori si sono prefissati di raggiungere  questi traguardi entro il 2030.

Si può qualificare questa agenda con 3 aggettivi: 

  1. ambiziosa: sicuramente eliminare, ad es., povertà, fame e guerre in 15 anni può sembrare un’utopia più che un obiettivo. Nello stesso tempo la suddivisione in 169 targets specifici, con indicatori precisi di riferimento, rende più accessibile capire il percorso. E come in ogni pianificazione strutturata rende più vicino il traguardo;
  2. universale: è un piano che non esclude nessuno. Persone, istituzioni, imprese di ogni settore sono gli attori di questo cammino verso la sostenibilità;
  3. interconnessa: gli obiettivi sono fortemente collegati l’uno con l’altro, in un quadro sistemico ed interdipendente

TENIAMO A BADA LA TEMPERATURA DEL PIANETA

All’obiettivo 13 dell’Agenda 2030 (“Agire urgentemente per combattere il cambiamento climatico e i suoi impatti”) si collega direttamente l’”Accordo sul clima di Parigi”  (Paris Climate Agreement). E’ stato adottato anch’esso nel 2015, a dicembre, dalla Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici. In pratica anche in questo caso oltre 190 nazioni. E’ entrato in vigore a novembre 2016: per renderlo operativo e vincolante per i firmatari era necessaria la ratifica del 55% dei paesi sottoscrittori, che rappresentassero almeno il 55% delle emissioni di gas serra. La ratifica dell’Unione Europea era arrivata a ottobre 2016. Gli USA uscirono dall’Accordo nel novembre 2019, mentre hanno avviato ad inizio 2021 le procedure per il loro rientro.

L’Accordo cerca di contrastare il climate change in due maniere. Da un lato pone un obiettivo di tipo quantitativo: contenere ben al di sotto dei 2°C l’innalzamento della temperatura media globale rispetto ai livelli preindustriali (fine 1800, quando risalgono le prime rilevazioni della temperatura ambientale) e di continuare a puntare ad un innalzamento entro 1.5°C. Dall’altro sono stati definiti alcuni obiettivi qualitativi: ad esempio, la transizione verso uno sviluppo a basse emissioni di gas serra e la ridefinizione di un sistema finanziario coerente con una riduzione delle sostanze inquinanti.

Ogni parte aderente all’accordo si è impegnata a redigere e trasmettere il proprio “Piano di Contribuzione Nazionale (Nationally Determined Contributions – NDCs), da revisionare ogni 5 anni. L’Unione Europea si è impegnata ad una riduzione dei gas serra nel decennio 2021-2030 di almeno il 40% rispetto ai livelli del 1990.

Infine la conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP24) nel dicembre 2018 ha adottato il Pacchetto Katowice, costituito da norme, procedure e orientamenti comuni e dettagliati per rendere operativo l’Accordo di Parigi

A TE LA PAROLA

Ora sai che non sei sola/solo. Sai che la volontà politica si sta focalizzando verso un futuro sostenibile. Ora tocca a te dare il tuo contributo. Nella tua vita privata, quando decidi quali prodotti e servizi acquistare. All’interno della tua azienda, a maggior ragione se sei un imprenditore o hai un ruolo che si collega ai temi della sostenibilità. Come risparmiatore ed investitore, quando fai le tue scelte in campo finanziario. Se hai bisogno di un supporto e di un’analisi più approfondita, puoi scrivermi per una consulenza gratuita a mauro.ventura@finanzaresponsabile.it . Ti aspetto!

TagsAccordo di ParigicambiamentoParis climate agreementSDGssostenibilità
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