Finanza etica, da dove partire
Abbiamo visto, nell’articolo della scorsa settimana, che esistono diversi approcci per allineare la scelta delle aziende in cui investire con il tuo bagaglio di valori. Il primo è l’esclusione in finanza etica.
Circa 100 anni fa nascevano i primi fondi etici, che evitavano l’investimento nei “sin stocks”, le azioni del peccato. Ossia applicavano il principio di “esclusione”, eliminando dal panorama delle aziende in cui investire quelle società con attività contrarie a principi etici. Ma cerchiamo di capire meglio…
COSA SIGNIFICA ESCLUSIONE IN FINANZA ETICA?
L’approccio di “Esclusione” consiste nell’evitare di investire in aziende o settori che non rispettano criteri etici, ambientali o sociali. Questa modalità, una delle più semplici e immediate, mira a impedire che il capitale dei risparmiatori contribuisca ad attività ritenute dannose per la società o l’ambiente.
A livello normativo, un riferimento chiave è il Regolamento SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation). Entrato in vigore nel 2021, questo regolamento europeo obbliga i gestori di fondi a classificare i propri prodotti finanziari sulla base del loro grado di sostenibilità. L’SFDR distingue tre categorie di prodotti:
1. Articolo 6 : prodotti che non integrano criteri di sostenibilità.
2. Articolo 8 : prodotti che promuovono caratteristiche ambientali o sociali, anche senza un obiettivo specifico di sostenibilità.
3. Articolo 9 : prodotti che hanno un impatto sostenibile come obiettivo esplicito.
Gli investimenti basati sull’esclusione rientrano tipicamente nelle categorie 8 o 9, a seconda della profondità del loro impegno.
Un altro riferimento importante è Eurosif (European Sustainable Investment Forum), un’organizzazione paneuropea, che riunisce i vari forum esistenti a livello nazionale, come quello italiano, e promuove la finanza sostenibile. Eurosif definisce linee guida e raccoglie dati sulle pratiche di sostenibilità adottate dagli operatori del settore. Il loro rapporto biennale analizza l’applicazione dei criteri ESG (ambientali, sociali e di governance) nei mercati finanziari europei.
PERCHÉ È IMPORTANTE L’ESCLUSIONE IN FINANZA ETICA?
Escludere specifici settori o aziende non significa solo aderire a principi etici, ma anche proteggere il portafoglio da rischi finanziari legati a:
– Rischi reputazionali : così come operare in settori controversi può danneggiare l’immagine di un’azienda, nello stesso modo può offuscare la reputazione di un investitore.
– Rischi normativi : nuove leggi o restrizioni possono penalizzare le aziende in settori non sostenibili, e di conseguenza anche l’andamento del titolo in Borsa.
Ad esempio, il settore del carbone ha subito pesanti perdite a causa della transizione energetica e delle normative sul clima, che hanno spinto molti investitori istituzionali a escludere le aziende legate ai combustibili fossili.
UN CASO CONCRETO: IL FONDO SOVRANO NORVEGESE
Il fondo sovrano norvegese, uno dei più grandi al mondo, è un esempio emblematico di applicazione dell’approccio per esclusione. Gestendo oltre 1.300 miliardi di dollari, ha deciso nel tempo di abbandonare gli investimenti in aziende coinvolte in armi nucleari, tabacco, o che violano sistematicamente i diritti umani.
Questa scelta non solo riflette i valori etici della società norvegese, ma ha anche migliorato la resilienza del fondo, riducendo l’esposizione a settori vulnerabili a cambiamenti normativi e tecnologici. Ed è stato una scelta dettata principalmente dalle pressioni operate dai risparmiatori e investitori attenti all’etica degli investimenti.
COME APPLICARE L’ESCLUSIONE NEI TUOI INVESTIMENTI?
Anche i risparmiatori privati possono adottare l’approccio di esclusione.
Molti fondi o prodotti finanziari oggi dichiarano apertamente i loro criteri di esclusione.
Ad esempio, si possono evitare investimenti legati a carbone, tabacco o armi selezionando prodotti etichettati come “sostenibili”. È importante verificare che il gestore applichi concretamente tali criteri, consultando la documentazione informativa o dialogando con chi, come me, opera come consulente finanziario.
L’approccio di esclusione rappresenta il primo passo verso una finanza più responsabile. È semplice da comprendere e applicare, ma è importante considerarlo come parte di una strategia più ampia. La sostenibilità non si limita a evitare i settori problematici, ma mira anche a premiare e supportare attività che generano un impatto positivo. Approfondiremo questo concetto nelle prossime settimane.
Se hai bisogno di chiarimenti o vuoi saperne di più, puoi contattarmi scrivendo all’indirizzo mail mauro.ventura@finanzaresponsabile.it