Erano diverse settimane che non mi concedevo il tempo per vedere un film. E finalmente nei giorni scorsi sono riuscito nell’impresa. La scelta è ricaduta su un film di cui avevo sentito parlare e che mi interessava sia per il tema che per il cast. Si tratta di Money Monster, diretto da Jodie Foster ed interpretato da George Clooney e Julia Roberts. Già dal titolo puoi facilmente intuire l’attinenza col mondo della finanza. E, senza svelarti l’evoluzione della trama, condivido con te alcune riflessioni che mi ha suscitato
FINANZA SHOW
Il titolo del film in realtà è il titolo della trasmissione tv di informazione finanziaria condotta da Lee Gates (George Clooney) con la regia di Patty Fenn (Julia Roberts). Più che di un programma d’informazione potremmo parlare di uno show. In cui il conduttore è un vero e proprio uomo di spettacolo, che non si limita a fornire dati e informazioni ai suoi telespettatori, ma anche indicazioni su quali titoli comprare. Ma i consigli di acquisto dati nell’ultimo mese sul titolo Ibis portano molti telespettatori a pesanti perdite. e uno di questi, Kyle Budwell (Jack O’Connell) decide di vendicarsi, prendendo in ostaggio Lee Gates.
GIORNALISTA, SHOWMAN O CONSULENTE?
Da chi ti fai consigliare per i tuoi investimenti? Da chi fa video di formazione finanziaria su YouTube? Dai giornalisti economici di testate specializzate? O dall’amico del fidanzato di tua cugina, che, quando investe, guadagna sempre e non perde mai? Oppure da un consulente finanziario?
Se quest’ultima non è la tua risposta, non ti preoccupare. La responsabilità non è tua. Ma della categoria a cui appartengo, quella dei consulenti finanziari.
E la visione di questo film mi ha fatto prendere maggior consapevolezza che anche questo blog deve essere un veicolo per far capire a te e agli altri lettori cosa faccio. Che non è solo aiutare le persone tramite le mie conoscenze tecniche sui mercati finanziari. O tramite la condivisione dei quotidiani e molteplici aggiornamenti che vado a cercare circa l’andamento e le prospettive delle Borse. Ma anche e soprattutto la mia esperienza nel stare accanto alle persone. Nel cercare di capire, insieme a chi si rivolge a me, a cosa e quando serviranno i soldi che vuole investire. Nel ragionare non per rendimento atteso ma per obiettivi di vita raggiungere. E nel sostenere i clienti nei momenti in cui i mercati scendono e il mal di pancia sale.
SOCIAL TRADING CONTRO IL CINISMO DEI MERCATI?
A un certo punto del film, Lee Gates chiede agli spettatori di far salire le quotazioni di Ibis, acquistando in massa il titolo. E quindi pone l’alternativa fra la perdita potenziali di soldi e quella della sua vita.
Esperimento che assomiglia a quanto successe a inizio 2021 sul titolo Gamestop. Quando con un tam tam tramite i social i giovani traders negli USA cercarono e riuscirono a sostenere il titolo della catena di videogiochi. E a mettere in difficoltà il sistema dei fondi speculativi. Un tentativo di cambiamento dal basso, che ebbe un successo solo parziale. E che bruciò le dita (e il portafoglio) di molti giovani investitori audaci e inesperti. Ma che ha fatto capire al mondo della finanza che anche i piccoli investitori, i risparmiatori, se uniti, possono far sentire la propria voce. E spostare gli equilibri.
BASTA LA TRASPARENZA PER ESSERE CREDIBILI?
La vicenda finanziaria narrata nel film nasce da una vera e propria truffa. I vertici della Ibis hanno messo in piedi una vera e propria truffa, di cui lo stesso Lee Gates è stato vittima. Una vicenda che ricorda quanto successe in Italia con Parmalat. O negli USA con Enron. E il cui rimedio potrebbe essere quello di una maggiore trasparenza. Ma è sufficiente? Se la trasparenza si limita a tante firme che devi porre in calce ad un contratto, che probabilmente non hai letto, non serve. O, meglio, serve solo a disorientarti.
Se sei un imprenditore, e hai intrapreso un percorso di sostenibilità, sai che questo impegno richiede da parte tua l’obbligo di fornire al mercato informazioni sugli aspetti d’impatto della tua attività. E probabilmente ti innervosisce quando vedi aziende che fanno greenwashing. Che danno informazioni non corrette. O, più sottilmente, omettono di fornire informazioni su attività più controverse, pur essendo sincere su alcuni aspetti in cui hanno migliorato da un punto di vista ambientale e sociale la loro operatività. La credibilità passa da una trasparenza continua su ogni aspetto dell’attività. Evidenziando gli aspetti virtuosi della propria attività. E anche le ombre, le aree di miglioramento. La costanza nel tempo nel fornire queste informazioni rende partecipi i destinatari, che siano clienti, fornitori, dipendenti o investitori, sulla dinamica del percorso di sostenibilità.
SE NON CONOSCI, FIDATI DI CHI CONOSCE
A questo punto mi aspetto questa tua obiezione. Che, se tu avessi il tempo e le competenze di verificare in prima persona il livello di sostenibilità delle aziende in cui investi, non avresti bisogno di rivolgerti ad un consulente finanziario. E hai ragione. Ti fornisco un paio di passaggi iniziali per trovare una soluzione a questo problema.
In primo luogo, se ti viene proposto un fondo comune d’investimento sostenibile, chiedi quali sono le prime 10 società in cui investe: se fra questi trovi qualche nome a te noto, quest’informazione può già fornirti un’idea sulla reale o apparente sostenibilità dell’investimento.
In secondo luogo, sai che un fondo d’investimento è uno strumento utilizzato per poter acquistare, con importi anche modesti, titoli di decine se non addirittura centinaia di aziende. E avere così una diversificazione maggiore dell’investimento, mettendo “le uova in panieri diversi”. Nel caso di fondi sostenibili la presenza di titoli di tante società non sempre può risultare un punto di forza. Perché è importante che tu deleghi la gestione dei tuoi soldi a chi conosce direttamente le aziende in cui investe. E possa verificare di persona se le informazioni che hanno trasmesso al mercato sono vere o stanno facendo greenwashing. Il rapporto diretto con le aziende in cui si investe può favorire l’engagement, l’azionariato attivo del gestore: se non sai di cosa ti sto parlando, ti consiglio di leggere quest’articolo o vedere questo video.
E SE VUOI UN’ANALISI PIÙ’ APPROFONDITA…
…puoi scrivermi a mauro.ventura@finanzaresponsabile.it. Ti aiuterò con un esame approfondito sull’impatto ambientale, sociale e economico del tuo portafoglio d’investimento, tramite uno strumento d’analisi specifico che è entrato recentemente a far parte mia cassetta degli attrezzi. Preciso che non ho bisogno di conoscere le cifre del tuo portafoglio: è sufficiente per me conoscere la denominazione dei titoli in cui hai investito e il peso percentuale che hanno rispetto al totale degli investimenti.
Ti aiuterò così a far sì che i tuoi soldi non siano più un mostro sconosciuto da temere, e nemmeno gli elementi di un gioco da vincere in fretta ad ogni costo. Ma un alleato fedele, coerente ai tuoi valori personali e professionali.