EdC, più che sostenibile
Oggi ti svelo qualcosa di me. Qualcosa di personale, di intimo. Non perché, col passare degli anni, stia diventando sentimentale e in vena di particolari confidenze. Piuttosto voglio donarti il perché, il motivo da cui nasce la mia scelta per una finanza etica, sostenibile, responsabile.
Era il maggio 1991 e io frequentavo il primo anno della facoltà di Economia. Come tanti giovani, la scelta era stata più di testa che di cuore, e, fra le difficoltà di un’università impegnativa, cercavo un senso più alto alle fatiche del mio studio. Proprio in quello stesso mese nasceva un progetto, quello dell’Economia di Comunione, di cui ho già avuto modo di accennare in altri articoli di questo blog. E che diede pian piano un significato diverso al mio studio. Ed ora al mio lavoro.
Una sguardo nuovo all’economia del futuro
In cosa consiste l’Economia di Comunione (abbreviabile con EdC)?
La proposta è quella di creare o trasformare imprese profit in cui l’utile sia visto come un mezzo, uno strumento di miglioramento sociale e ambientale. Con uno sguardo per le situazioni di povertà che si vuole contribuire ad alleviare, aiutando le persone indigenti ad affrancarsi dalla loro condizione. Aziende in stretto rapporto fra loro e col territorio in cui sono insediate. E che in alcune nazioni si raggruppano in poli imprenditoriali, testimonianza di una cultura economica ed aziendale diversa.
In Italia le aziende di EdC trovano il loro punto di riferimento nel Polo Lionello Bonfanti, in località Burchio, nel comune di Figline e Incisa Valdarno (FI) a 20 km a sud di Firenze. 9600 mq2 articolati su tre piani con uffici, temporary office, studi, spazi espositivi, sale convegni e capannoni con laboratori e spazi polifunzionali. E che accolgono 41 realtà tra aziende, associazioni e fondazioni. Da aziende che operano in campo energetico, alimentare, moda, formazione a associazioni come l’AIPEC, che mette in rete su tutto il territorio nazionale oltre 200 aziende che si rifanno ai principi dell’Economia di Comunione .
La struttura è gestita da E. di C. S.p.A. Società Benefit, costituita nel 2001 grazie al contributo di oltre 5.700 azionisti. Voglio farti scoprire meglio questa realtà, che ho il piacere di supportare in veste di membro del CdA da maggio 2021. Ho rivolto tre semplici domande all’Amministratore Delegato, l’avv.Rebeca Gomez.
Buongiorno Rebeca e grazie della tua disponibilità. Quando e perché nasce E.di C. Spa? Di cosa si occupa?
Buongiorno a te, Mauro, e grazie dell’opportunità che mi dai per parlare di noi.
La E. di C. S.p.A. si costituisce nel 2001 con lo scopo di far nascere e gestire il primo polo imprenditoriale di aziende italiane che aderiscono al “rivoluzionario” progetto di Economia di Comunione. Spazio aperto anche ad altri soggetti che sono comunque accomunati dalla visione del mondo e dell’economia orientata all’inclusione, allosviluppo integrale della persona e della società.
Il Polo Lionello Bonfanti oggi sta rafforzando sempre più la sua identità attraverso un piano di sviluppo aperto e dinamico relativo a 3 macro aree fortemente interconnesse: gestione immobiliare e convegnistica, formazione interdisciplinare e sviluppo sostenibile.
È diventata una società benefit: perché e cosa comporta questa scelta?
Sì, nel 2017 si è trasformata in Società Benefit. Come è noto dal 2016, la nascita delle società benefit in Italia ha portato ad un cambio di paradigma che richiede il bilanciamento tra l’interesse dei soci e l’interesse della collettività. Con l’impegno a riportare in maniera trasparente e completa le proprie attività attraverso una relazione annuale di impatto, che descriva sia le azioni svolte che i piani e gli impegni per il futuro.
Nel gennaio 2020 quindi E.di C. S.p.A. ottiene la certificazione B-Corp: le Società Benefit / B Corporation, sono aziende che stanno riscrivendo il modo di fare impresa: la loro attività economica punta a creare un impatto positivo su persone e ambiente. Tutto questo, mentre generano profitto. Lavorando in maniera responsabile, sostenibile e trasparente e perseguendo uno scopo più alto del solo guadagno.
Il perseguimento di questi obiettivi viene valutato periodicamente da un ente certificatore che attribuisce un punteggio sull’impatto generato in ambito di governo di impresa, lavoratori, ambiente e territorio. Questo comporta, per mantenere coerenza tra mission e governance, il dovere e la responsabilità di spiegare, giustificare, a chi ne ha diritto, che cosa si stia facendo per rispettare gli impegni presi con gli interlocutori.
Possiamo dire che è oggi un efficiente modello di business contemporaneo, teso ad intendere l’economia come punto di partenza per una società nuova, particolarmente attuale nel contesto di sfida che stiamo attraversando.
Quali sono le sfide che ha di fronte in questo momento di (quasi) post-pandemia?
Sono tante le sfide che si aprono davanti a noi. In primo luogo, rafforzare la nostra sostenibilità economica per aumentare la nostra credibilità. Questo attraverso il rafforzamento del business core immobiliare e convegnistico.
Poi noi abbiamo a cuore i giovani. Quindi ci proponiamo di sostenere le nuove generazioni mediante iniziative e processi atti a sviluppare modelli per un’economia più inclusiva e sostenibile, come The Economy of Francesco. E di diventare un Hub di innovazione digitale e sociale per i giovani.
Abbiamo poi in mente di riprendere ad organizzare eventi per promuovere l’Economia di Comunione, la proposta, divenuta ormai realtà, da cui siamo nati e che costituisce il nostro DNA.
I nostri sforzi andranno anche nella direzione di sensibilizzare il territorio sugli effetti del cambiamento climatico.
E infine vogliamo rafforzare le reti con enti pubblici e soggetti privati con cui condividere la costruzione di una società giusta nella lotta alle disuguaglianze.
Penso che tu abbia gradito conoscere questa storia, che racchiude in sè la prospettiva che mi spinge ogni giorno a cercare di vivere con uno spirito diverso il mondo della finanza. Ti consiglio di visitare il Polo Lionello Bonfanti la prossima volta che programmi un viaggio a Firenze o nelle colline toscane. Per trovare uno sguardo verso il futuro carico di speranza e di reale sostenibilità.
E se sei un imprenditore o un manager impegnato a promuovere e garantire la sostenibilità della tua azienda, fammi conoscere la tua storia, scrivendo a info@finanzaresponsabile.it, in modo che possa essere messa a fattor comune e diventare esempio per altre imprese socialmente responsabili.