Diamo un fondo (pensione) ai nostri risparmi
L’investimento sostenibile e responsabile attira l’attenzione di un numero crescente di investitori, e non solo.
L’investitore infatti è l’ultimo anello di una catena; perché ci possa essere un investitore responsabile, ci devono essere proposte d’investimento responsabili, legislazioni “illuminate” e gestori responsabili.
Posto in essere tale sistema, il circolo virtuoso è innescato.
La normativa previdenziale, ad esempio, sta volgendo la sua attenzione all’investimento “socialmente responsabile”. Conseguenza diretta è il coinvolgimento dei fondi pensione.
Le colonne portanti sono fondamentalmente due: l’accordo di Parigi sul clima e l’adesione degli Stati all’agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile.
Gli Stati aderenti hanno così deciso di orientarsi maggiormente ad una crescita sostenibile e la finanza diventa il supporto indispensabile per la sua realizzazione; c’è sviluppo sostenibile se, a monte, c’è una finanza sostenibile.
Tocca agli investitori previdenziali valutare gli andamenti di crescita, dal momento che un nuovo modello di riferimento porta inevitabilmente non solo opportunità ma anche rischi; le prime legate all’affermazione di nuovi modelli di business, i secondi dovuti a fattori che oggi il mercato non riesce ancora a ponderare adeguatamente.
LEGISLAZIONE PREVIDENZIALE IN MATERIA DI SOSTENIBILITA’
La domanda potrebbe essere :“Perché i fondi pensione dovrebbero essere più legati di altri alla finanza responsabile e sostenibile?”. La risposta è semplice: soprattutto per il loro orizzonte temporale di lungo termine.
Detto ciò, parliamo principalmente delle novità legislative. Due sono le direttive importanti: la 2341/2016, conosciuta come Iorp 2, e la 828/2017.
La Iorp 2 ha lo scopo di focalizzare l’attenzione dei fondi pensione sui criteri Esg e la loro relativa inclusione nelle scelte di destinazione delle risorse. Essa impone di affiancare al sistema di risk management l’analisi dei rischi nuovi ed emergenti (ad esempio il rischio derivante dal climate change o conseguenza di deprezzamenti di attività di bilancio a seguito di cambiamenti normativi). Sempre la Iorp 2 impone ai fondi pensione di rendere note tutte le informazioni sull’adozione dei criteri Esg all’interno del documento sulle politiche d’investimento del fondo stesso in fase di preadesione.
La direttiva 828/2017 si occupa dell’impegno a lungo termine degli azionisti e stimola gli investitori istituzionali ad un maggiore attivismo verso le società partecipate. Ciò si realizza nel pratico in una maggiore trasparenza per quel che riguarda le società che partecipano al fondo (attraverso la pubblicazione sui siti internet di tutta una serie di informazioni delle società partecipate).
IL RUOLO DEI FONDI PENSIONE
A livello globale, gli investitori istituzionali trainano gli investimenti sostenibili, ed i fondi pensione sono soggetti molto attivi.
L’Europa è la capofila poiché risulta essere il continente con la maggior percentuale di investimenti sostenibili, investimenti che seguono strategie Esg (53%). Seguono Australia, Nuova Zelanda e Canada.
Anche in Italia l’orientamento dei fondi pensione verso questa nuova strategia, seppur lentamente, sta crescendo. E la tecnica adottata è quella di pressare le aziende affinché promuovano l’adozione di codici di condotta più responsabili.
Per quel che riguarda i rendimenti, la valutazione non è sempre facile, poiché spesso i criteri Esg vengono applicati solo su una quota del patrimonio, soprattutto la parte azionaria. Inoltre, in altrettanti casi, sui siti dei vari fondi non sono indicati i dati che riguardano il contributo apportato al rendimento da parte di ogni singola classe di investimento.
I fondi con politiche sostenibili evidenziano come l’adozione dei criteri Esg abbia rafforzato il controllo del rischio attraverso informazioni fuori bilancio che in un’analisi tradizionale non verrebbero considerate, ma che permettono di prevenire l’investimento in titoli di società punite dai mercati per comportamenti “non responsabili”.
UNA BREVE STATISTICA
Da un’indagine condotta da più enti (tra i quali Forum per la Finanza Sostenibile, Mefop, MondoIstitutional) su 50 piani previdenziali che gestiscono 154 miliardi di euro di investimenti (vale a dire circa il 10% del PIL) i piani attivi in ambito sostenibile sono aumentati. Anche se 23 piani non applicano ancora strategie sostenibili, 9 piani le applicano alla totalità o quasi del patrimonio. Inoltre 4 piani calcolano l’impronta di carbonio del portafoglio e 9 pubblicano un rendiconto annuale sull’attuazione delle strategie Sri.
Luci ed ombre di una realtà comunque in crescita; il momento storico è favorevole a determinate scelte di campo, e permette, se ben sfruttato, di dare finalmente una svolta decisiva nell’interesse delle generazioni future. Un’occasione da cogliere nel presente per migliorare il nostro futuro!