Persone al centro in finanza
Cosa intendiamo per patrimonio? E’ l’insieme delle risorse non solo finanziarie ma di tutto quello che può costituire la ricchezza, sia di ogni individuo che di una famiglia o di un’azienda: beni immobiliari, brevetti, opere d’arte e auto d’epoca. La parola patrimonio deriva dal latino e vuol dire “dono” o “dovere” “dei padri”. Quindi gestire un patrimonio vuol dire fare il possibile per assolvere a questo dovere e rispondere a questo dono. E passare il testimone (e il patrimonio) alle generazioni future, preservando e migliorando il loro avvenire. E’ questo ciò che dà un senso al mio lavoro.
BENI RELAZIONALI E IMPATTO SOCIALE
Un patrimonio non è costituito solo da beni materiali. Ma anche da beni intangibili, e fra questi i “beni relazionali”. Cosa si intende con “beni relazionali”? Sono entità immateriali, la cui utilità è proporzionale alla possibilità di fruirne non individualmente, ma nell’ambito di una relazione, di un rapporto, di un incontro. Non sono la relazione o il rapporto stesso, e nemmeno il prodotto o servizio che scaturisce dal lavoro di un team. Potremmo dire che è quel valore aggiunto che viene fornito al prodotto o servizio, o all’organizzazione, dall’incontro fra persone, culture, razze, generi, mentalità diverse.
E quindi ogni persona, ed in particolare ogni imprenditore lungimirante ha a cuore la dimensione sociale della propria attività. La cura delle relazioni e dell’impatto sociale può essere frutto di educazione, di cultura, di attenzione disinteressata, o anche di calcolo. Fatto sta che anche tu avrai sentito diverse aziende che sottolineano come la persona venga messa al centro della propria azione economica.
PERSONA AL CENTRO: PERCHE’?
Cosa rende più urgente ed attuale un atteggiamento di questo tipo? Cosa minaccia la nostra società e fa sì che il mercato richieda aziende a misura d’uomo? Un elenco (purtroppo non esaustivo) comprende guerre, povertà, fenomeni migratori, problemi di inclusione di persone svantaggiate e di integrazione fra razze e generi diversi.
Quando si parla di povertà e di divario fra ricchi e poveri sai che non è solamente un argomento che si limita al reddito. Chi ha un basso reddito ha anche altri problemi: problemi di accesso all’assistenza sanitaria, all’istruzione, all’abitazione. Problemi di stabilità e dignità del lavoro.
Il Covid ha funzionato come una lente di ingrandimento di questi problemi.
I RAPPORTI OXFAM 2021 E 2022 SULLA POVERTA’
Ti fornisco alcuni dati, tratti dai rapporti Oxfam 2021 e 2022. Oxfam è una ONG, un’organizzazione che da tempo si occupa di problemi legati alla povertà e alle conseguenti diseguaglianze . E che annualmente redige un report, che viene solitamente presentato a gennaio al Meeting di Davos del World Economic Forum (così non è stato quest’anno in quanto il meeting è stato rinviato all’estate causa variante Omicron).
Prima del 2020 oltre 2.000 miliardari possedevano più ricchezza di quanto non ne potessero spendere in un migliaio di vite. Mentre quasi metà dell’umanità era costretta a sopravvivere con meno di 5 dollari e mezzo al giorno. In 40 anni la quota del surplus di reddito andata all’1% più ricco era oltre il doppio di quella fruita dalla metà più povera della popolazione globale. Si è generato anche un problema di carattere ambientale. Perché chi ha avuto più possibilità di spesa e quindi di ricchezza spesso ha anche inquinato di più: l’1% più ricco negli ultimi 25 anni ha bruciato il doppio di carbone rispetto al 50% più povero acuendo così l’attuale crisi climatica.
Già prima della pandemia oltre 3 miliardi di persone non aveva accesso all’assistenza sanitaria. E 3/4 di tutti i lavoratori non poteva usufruire di forme di protezione sociale, per esempio sussidi di disoccupazione e indennità di malattia. C’è un ultimo dato che mi ha colpito molto: secondo le stime della Banca d’Italia (quindi non parliamo di ONG, di enti del terzo settore), più del 40% della popolazione italiana versava all’inizio della pandemia in condizioni di povertà finanziaria. Ossia aveva un nucleo familiare che non disponeva di risparmi accumulati sufficienti per vivere sopra la soglia di povertà per oltre tre mesi. Più del 40%!
COVID : POVERTA’ E DISUGUAGLIANZA
Cosa ha fatto il Covid? Come ho scritto prima, ha fatto da cartina di tornasole, da lente di ingrandimento.
Ti evidenzio 4 dati principali:
- i patrimoni dei 1000 miliardari più ricchi sono tornati ai livelli prepandemici in 9 mesi, mentre le persone più povere ci impiegheranno oltre un decennio. Il Report Oxfam uscito di recente evidenzia che “nei primi 2 anni di pandemia i 10 uomini più ricchi del mondo hanno più che raddoppiato i loro patrimoni, passati da 700 a 1.500 miliardi di dollari, al ritmo di 15.000 dollari al secondo, 1,3 miliardi di dollari al giorno. Nello stesso periodo si stima che 163 milioni di persone siano cadute in povertà a causa della pandemia”. Su questi dati ci dobbiamo soffermare. Se segui i mercati finanziari, sai che questo andamento esprime l’andamento dei mercati finanziari nel 2020/2021. Le Borse hanno perso molto a marzo del 2020 durante il primo lockdown per poi risalire e ritornare in pochi mesi ai livelli pre-pandemia. Ed arrivare ai massimi storici a fine 2021. Questo cosa vuol dire? Che i mille miliardari, magari imprenditori, come ad esempio Elon Musk e Mark Zuckerberg, avevano il loro patrimonio investito nelle azioni della loro società, e quindi in Borsa. La loro ripresa è quindi legata all’andamento della Borsa. Quindi ti invito a evitare una veloce condanna nei confronti della ricchezza in sé. Piuttosto, ti consiglio di fare una riflessione sul fatto che ci possano essere dei super ricchi (imprenditori oligopolisti), che godono anche di una certa benevolenza in campo fiscale, e contemporaneamente chi invece fatica a vivere. E un altro tema è come investire in modo da poter anche sostenere i momenti di crisi. Pensiamo al fatto che in Italia circa 1.700/ 1.800 miliardi sono depositati sui conti correnti: si tratta di denaro che non circola nell’economia reale e che comunque nei momenti di crisi non è un cuscinetto valido per poter favorire la ripresa;
- l’aumento della ricchezza dei miliardari è più che sufficiente a scongiurare che tutti gli abitanti della Terra cadano in povertà a causa del virus. E a pagare il vaccino a tutti. I dati più recenti evidenziano che il surplus patrimoniale del solo Jeff Bezos (inventore e n°1 di Amazon) nei primi 21 mesi della pandemia (+81,5 miliardi di dollari) equivale al costo completo stimato della vaccinazione (due dosi e booster) per l’intera popolazione mondiale;
- negli USA, quasi 22000 cittadini latino-americani e neri sarebbero stati ancora vivi a dicembre 2020 se il loro tasso di mortalità per Covid-19 fosse uguale a quello dei bianchi; nel periodo della pandemia, in Brasile, i neri hanno 1,5 volte più probabilità di morire di COVID-19 rispetto ai bianchi; una persona afro-discendente con bassi livelli di istruzione o analfabeta ha quasi 4 volte più probabilità di morire di una persona afro-discendente con un’istruzione superiore. Tali tendenze si ripresentano in tutta l’America Latina. Negli Stati Uniti, i nativi americani, i latini e i neri hanno avuto da due a tre volte più probabilità dei bianchi di morire a causa del COVID-19. Inoltre, l’aspettativa di vita è crollata per le persone nere e latine negli Stati Uniti di 2,9 e 3 anni rispettivamente, contro gli 1,2 anni per le persone bianche;
- la pandemia ha colpito maggiormente i settori con occupazione prevalentemente di genere femminile. Le donne hanno perso complessivamente 800 miliardi di dollari di redditi nel 2020, un ammontare superiore al PIL combinato di 98 Paesi, e stanno affrontando un aumento significativo del lavoro di cura non retribuito, che ancora oggi ricade prevalentemente su di loro. Mentre l’occupazione maschile dà segnali di ripresa, si stimano per il 2021 13 milioni di donne occupate in meno rispetto al 2019.
COSA PUOI FARE PER FAVORIRE IL CAMBIAMENTO?
Cosa succederà dopo la pandemia? Fortunatamente stiamo incominciando a intravedere la luce in fondo al tunnel da un punto di vista sanitario pur con tutte le difficoltà (e le varianti) che conosciamo.
Che cosa può fare la finanza per cercare di essere una chiave di soluzione di questi problemi? Per capirlo mi rifaccio all’Agenda 2030 dell’ONU: se non hai mai sentito parlare dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, puoi leggere questo mio precedente articolo.
I 2/3 di questi obiettivi riguardano temi di natura sociale, anche se la maggior parte delle risorse finanziarie, economiche e dell’interesse mediatico è incentrato sui temi ambientali. ll fabbisogno annuo per raggiungere questi 17 obiettivi è stato quantificato in 5.000/ 7.000 miliardi di dollari. Gli stanziamenti annui da parte di enti pubblici, fondazioni e investitori privati sono all’incirca intorno ai 3.000 miliardi. Quindi come fare a cercare di colmare questo gap? Gli investitori come te possono fare la differenza. Come? In 3 modi:
- andando ad investire in aziende selezionate che si occupano di questi temi (es.sanità, istruzione, edilizia sostenibile). Si tratta di aziende che stanno sostituendo gli Stati nelle politiche di welfare;
- Un altro modo è andare ad investire in aziende che hanno un impatto sociale positivo (la S negli indici ESG);
- Il terzo modo tocca il tema dell’educazione finanziaria e della consapevolezza. Capire che uso puoi fare del tuo denaro e capire anche che il denaro che ti serve per realizzare i tuoi obiettivi di vita può anche servirti ad aiutare a realizzare obiettivi di vita di altri. Ci sono forme di investimento strutturate in cui una parte del rendimento o una parte delle spese che vengono sostenute sono devolute ad enti che si occupano di situazioni di disagio
Per capire meglio cosa può fare un’azienda in campo sociale, quale impatto può avere sul territorio e sulle persone che gravitano intorno a lei, puoi leggere cosa fanno alcuni imprenditori che quotidianamente coniugano profitto per le loro aziende e benessere per il territorio e il contesto sociale in cui si muovono. Se anche la tua azienda (o un’altra realtà imprenditoriale a te vicina) si muove in questa direzione, e desideri far conoscere la sua storia, ti invito a segnalarmela scrivendo a info@finanzaresponsabile.it