Tu misuri l’impatto?
Quando senti parlare di sostenibilità, ti viene spontaneo associarla al concetto di valori morali. E immagini l’imprenditore che ha deciso di intraprendere questo genere di percorso come un inguaribile romantico. In realtà è vero che il profitto può diventare un mezzo per migliorare l’azienda. E migliorare di conseguenza l’impatto sul tessuto sociale e sull’ambiente dell’impresa medesima. Nello stesso tempo è sempre più necessario non fermarsi alle parole. Andare oltre alle intenzioni, ad una visione solo qualitativa della bontà di un’azienda. Ma tradurre in dati oggettivi, in numeri l’impatto. E saperli comunicare.
Ti ho già intrattenuto in un precedente articolo circa uno dei metodi più diffusi a livello internazionale per la rendicontazione, il GRI. Esiste un altro approccio, il BIA (Benefit Impact Assessment), studiato appositamente per le Benefit Corporation.
DOMANDARE PER CAMBIARE
Non mi dilungo a raccontarti cos’è una Società Benefit, cos’è una B Corp, con i loro punti in comune e le loro differenze. Qui troverai gli articoli in cui ne parlo. In cui ti ho già messo a conoscenza del fatto che una Società Benefit deve redigere annualmente una Relazione d’Impatto. E’ la sintesi del livello di raggiungimento degli obiettivi che si è posta e ha dichiarato all’interno del proprio Statuto. Obiettivi con cui ha disegnato la mappa della propria trasformazione, del proprio cambiamento.
Un’evoluzione che trova le radici, sia per le società di nuova costituzione che per quelle già in essere, in un processo in cui l’azienda si interroga, si mette allo specchio. E possiamo definire il BIA, che assume la forma di un questionario di autovalutazione disponibile online, come il navigatore che orienta in questo percorso. Una guida che diventa uno stimolo al cambiamento radicale di paradigma, se svolto con trasparenza e sincerità. Ma com’è nato questo metodo di autovalutazione?
CORREVA L’ANNO 2007…
…e negli USA nasceva B Lab, un’organizzazione non pro- fit che voleva mettere a disposizione delle aziende uno strumento in grado di misurare l’impatto sociale ed ambientale delle imprese. Una misurazione da compiere con lo stesso rigore con il quale si misurano le grandezze economico finanziarie. Nel corso degli anni B Lab aiuta a far nascere, crescere e diffondere un vero e proprio movimento delle B Corp. E parallelamente si crea una rete di partner internazionali, che favoriscono la stessa azione nei singoli paesi e nei territori. In Italia è Nativa, la prima B Corp italiana, ad essere partner italiano.
Come può un’azienda approcciare questo metodo di valutazione?
INIZIA COL FAI-DA-TE
Il B Impact Assesment è gratuito e online. E quindi anche tu, se sei un imprenditore, puoi andare sul sito, registrarti e compiere la tua autoanalisi. Il processo interroga l’azienda su 5 macroaree d’impatto (governance, ambiente, lavoratori, clienti, comunità) e si svolge in tre step: la valutazione, la comparazione con migliaia di altri questionari di imprese analoghe, e la creazione di un piano di miglioramento. La conclusione del processo viene sintetizzata con un numero, un punteggio in una scala da 0 a 200.
E da qui la palla può passare a B Lab.
Se si raggiunge la soglia di 80 punti su 200, si può chiedere a B Lab di contattare l’azienda e verificare le risposte fornite al questionario. Questa valutazione avviene tramite un’ analisi documentale e una visita diretta presso la società stessa.
Se B Lab conferma il punteggio di almeno 80 punti su 200, conferisce la “B Corp Certification”. Se invece il punteggio ottenuto è inferiore a 80 punti, vengono individuate le azioni di miglioramento necessarie per raggiungere il punteggio minimo.
NON ARRENDERTI
Delle oltre 120mila aziende che si sono sottoposte al questionario BIA, solo 3.500 sono riuscite a raggiungere al primo colpo il livello di 80 punti e ottenere così la certificazione B Corp. Le altre hanno una media complessiva di 51 punti, ma quasi tutte si stanno adoperando per raggiungere quell’obiettivo. E questa volontà di cambiamento è sicuramente il fattore più rilevante di tutto il processo dell’ Assesment. Come ha detto il dr.Paolo Di Cesare, co-fondatore di Nativa “Importante non è la fotografia del numero, ma aver accolto e messo in discussione il proprio profilo economico, sociale e ambientale e disporre di strumenti che aiutino un’impresa a migliorarsi”.
Anche per le aziende virtuose, l’iter non si chiude con la certificazione. L’azienda certificata, oltre all’annuale relazione d’impatto, dovrà sottoporsi ogni 3 anni alla revisione della certificazione da parte di BLab.
BIA E AGENDA 2030
A partire da gennaio 2020, è possibile ottenere la valorizzazione dell’impatto sugli SDGs (Sustainable Development Goals), i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, concepiti originariamente per i governi, non per le aziende. Infatti dal BIA è nato l’SDG Action Manager, un questionario anch’esso gratuito e online all’interno degli strumenti presenti sul sito del B Impact Assesment. Frutto della collaborazione fra il Global Compact delle Nazioni Unite e B Lab, l’SDG Action Manager integra la valutazione del BIA, i Dieci Principi dell’UN Global Compact e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Partendo dall’identificazione degli SDGs prioritari per l’azienda, si passa ad impostare le strategie aziendali finalizzate al loro raggiungimento.
“ALLORA INVESTO AD OCCHI CHIUSI IN UN’AZIENDA COSI’”
La valutazione d’impatto redatta seguendo questi criteri fornisce una carta d’identità valida dell’azienda. Attenzione però! Non mi stancherò mai di ripetere che il rating di sostenibilità e i fattori di rischio Esg devono integrare e non sostituire le informazioni di carattere finanziario, economico e patrimoniale dell’azienda. E che la tua propensione ad un investimento sostenibile non deve prevalere sull’avversione al rischio che l’investimento in un’azienda comporta. Rischio che dipende solo in parte dal suo rating di sostenibilità e dal percorso virtuoso che sta compiendo.
Se tutto questo ti sembra complicato, difficile da applicare o se solo vuoi approfondire questi argomenti, ti invito a contattarmi scrivendo a mauro.ventura@finanzaresponsabile.it . Per poter decidere insieme con cuore, mente e occhi aperti!