Se sei nato dopo il 2000, probabilmente hai conosciuto la parola “inflazione” leggendola su libri e giornali. E sicuramente ne hai sentito parlare negli ultimi mesi, accendendo la tv o ascoltando la radio. Ma anche se sei nato prima, e ti muovi come me in una fascia d’età fra i 40 e i 50 anni, non hai mai avuto modo di affrontarne le conseguenze dirette sia come consumatore che come imprenditore o professionista.
E’ da oltre 30 anni che l’inflazione non arrivava ai livelli visti negli ultimi mesi, e che probabilmente dureranno per un po’ di tempo. Allora ti guiderò per capire come muoverti in questo nuovo scenario
COS’E’ L’INFLAZIONE? E COME INFLUISCE SULLA TUA VITA?
Per aiutarti a capire meglio di cosa stiamo parlando, ti consiglio di visitare le pagine che il sito della Banca Centrale Europea dedica a quest’argomento.
Proprio la BCE definisce così l’inflazione “Si ha inflazione quando si registra un rincaro di ampia portata, che non si limita a singole voci di spesa. Questo significa che con un euro si possono acquistare oggi meno beni e servizi rispetto al passato. In altre parole, l’inflazione riduce il valore della moneta nel tempo.”
Quindi, se oggi, una famiglia di 4 persone, con una cifra di circa 80€ riesce ad andare a mangiare una pizza, fra 5 o 6 anni un’inflazione del 5% potrebbe costringere a lasciare a casa un figlio (per buona pace familiare, forse sarà meglio rinunciare a una cena fuori ogni 4 piuttosto che dover estrarre a sorte chi lasciare in castigo).
Ma se l’uscita in pizzeria è una spesa a cui si può rinunciare, ci sono voci nel tuo conto economico personale, familiare e lavorativo alle quali è difficile rinunciare. Se, ad esempio, per raggiungere il tuo posto di lavoro, devi percorrere ogni giorno 30km, mal serviti dai trasporti pubblici negli orari a te utili, difficilmente inizierai ad andare a piedi o in bicicletta a fronte di un aumento dei carburanti.
E l’aumento dei prezzi solitamente colpisce in maniera differente categorie di beni diversi fra loro. E di conseguenza diversi gruppi di consumatori. Pertanto potresti essere toccato da un aumento dei prezzi relativo alle rette delle scuole d’infanzia se hai figli in quella fascia d’età. O da una variazione dei prezzi dei treni ad alta velocità se ti sposti frequentemente in questa maniera.
Sempre il sito della BCE permette di calcolare il proprio personale tasso d’inflazione . Un esercizio utile su cui ti farò ritornare più avanti.
“C’E’ PIU’ INFLAZIONE DI QUANTO SCRIVONO I GIORNALI”
TI è mai capitato di sentire una frase simile? O di pensarla o pronunciarla tu stesso? E’ normale che si pensi che l’inflazione sia maggiore rispetto a quella calcolata dagli istituti di statistica. Perché ognuno di noi ha una percezione diversa dell’aumento dei prezzi. Non a caso si parla d’inflazione percepita.
Perché l’inflazione percepita è maggiore di quella ufficiale? Ci sono diversi fattori.
Intanto l’inflazione viene vissuta come una perdita di carattere finanziario. E la finanza comportamentale, di cui ti ho già parlato in altri articoli, insegna che ognuno di noi ha una naturale avversione alle perdite. E quindi la perdita di 1 € genera un dolore doppio rispetto al guadagno di pari importo.
Poi la nostra memoria ha una misura temporale diversa rispetto a quella dell’inflazione. Cosa vuol dire?
IL PREZZO DEL POLLO E L’ANCORAGGIO
L’altro giorno un’amica mi ha aggiornato sul prezzo del pollo arrosto che aveva appena acquistato in rosticceria. E si lamentava dell’aumento del 20% da 7,5€ a 9€. Mi è venuto spontaneo ricordare quando da ragazzino i miei genitori acquistavano due polli per 7.500 lire. Tralascia il fatto che invecchio e che inizio a ricordare le cose indietro nel tempo e non quelle più prossime a me. Senza considerare che lo switch da lira a euro ha complicato questo tipo di confronti. E’ comunque normale che, mentre l’inflazione confronta il livello dei prezzi rispetto all’anno precedente, la tua mente si ancori a prezzi del passato. E’ il fenomeno dell’ancoraggio, una distorsione cognitiva del nostro cervello. Che ritrovo ogni volta che un cliente pone come termine di paragone per il rendimento dei propri investimenti gli interessi a doppia cifra che i titoli di stato offrivano 30 anni fa.
INFLAZIONE E IMPRESA
L’inflazione è vissuta in maniera diversa in un contesto aziendale.
Sicuramente l’aumento dei prezzi che stiamo vivendo in questo periodo storico in Europa bussa forte alla porta delle imprese. Perché i prezzi che sono aumentati sono quelli dell’energia, delle materie prime, dei trasporti. Fattori produttivi ai quali difficilmente un’impresa può rinunciare. E per quanto si applichi una politica di riduzione dei costi, è difficile andare a neutralizzare l’effetto dell’inflazione. I diversi settori economici subiscono l’aumento dei prezzi in maniera differente. Questo dipende dalla possibilità di trasferire sui propri clienti il maggior costo dei fattori produttivi. Ad esempio le aziende del settore minerario e le imprese industriali riusciranno più facilmente a operare questo processo a cascata rispetto alle aziende del settore alimentare, in cui la concorrenza è maggiore e la domanda è più lenta ad adattarsi ad aumenti di prezzo.
MINDSET DA INFLAZIONE
Lo stesso ragionamento vale per i redditi individuali. Patiscono maggiormente l’inflazione i dipendenti e i pensionati, il cui reddito è fisso e oggetto di lenti processi di contrattazione collettiva, rispetto a un libero professionista e a un imprenditore, che può – se il mercato glielo permette – controbilanciare il rischio d’impresa con una maggiore elasticità delle proprie entrate.
Ma, indipendentemente dalla categoria a cui appartieni, qual è l’atteggiamento giusto che devi avere in periodi come l’attuale?
INFLAZIONE E CASH
Innanzitutto non mi stanco di ripetere che, se l’inflazione riduce il valore del denaro, occorre che tu riduca al minimo necessario le giacenze liquide sul c/c.
Come puoi determinare qual è il minimo necessario? Te ne ho parlato in questo video, che ti invito a rivedere. In sostanza, è opportuno che tu abbia i numeri del tuo conto economico a portata di mano. Quindi ti consiglio, se non l’hai ancora fatto, di registrare le tue entrate e uscite e di redigere un vero e proprio bilancio, sia consuntivo che preventivo, delle tue finanze personali e familiari. Se hai bisogno di aiuto e non sai da che parte iniziare, puoi scrivermi a mauro.ventura@finanzaresponsabile.it
Questo ti risulterà utile perché potrai capire qual è la liquidità che ti serve per le spese quotidiane e ricorrenti, e per affrontare gli imprevisti finanziariamente più onerosi. Inoltre potrai calcolare la tua inflazione personale, di cui parlavo poche righe sopra. E capire quali voci di costo puoi andare a ridurre per compensare l’aumento dei prezzi.
INFLAZIONE E INVESTIMENTI
A questo punto mi aspetto una tua domanda: “Se non li tengo sul c/c, dove li investo i miei soldi?”. E potresti esser spaventato dai ribassi di mercato che si stanno verificando da inizio anno, anche a causa dell’inflazione. Oppure potresti essere incline a cercare sul mercato un maggior rendimento, che renda conveniente la scelta di abbandonare l’apparente porto sicuro del conto corrente.
Attenzione! Ricordati che maggior rendimento significa maggior rischio. E quindi è opportuno che tu ti faccia guidare, almeno inizialmente, per evitare di farti finanziariamente male da solo, soprattutto in periodi di forte volatilità come quello attuale. Anche in questo caso, puoi contattarmi e sarò felice di accompagnarti in questo percorso.
In sintesi, l’inflazione è tornata, forse non ne hai ancora avuto piena percezione, ma c’è. E rimarrà per un po’ di tempo. Per questo va affrontata con razionalità e metodo.
Per far sì che 1€ valga sempre 1€. O anche di più.