Hai dato un nome ai tuoi soldi?
Prova ad immaginare di poter assistere dal vivo ad un match della tua squadra del cuore. Se non ami il calcio, puoi pensare di aver pianificato di andare al concerto del tuo cantante preferito. Le opzioni sono 2: porti con te il biglietto che hai acquistato in prevendita, oppure fai la coda in biglietteria per acquistare il ticket, pagandolo in contanti.
Colpo di scena. Dopo 6 ore di viaggio, arrivi allo stadio e ti accorgi di aver smarrito, nel primo caso, il biglietto, nel secondo caso i soldi che avevi predestinato a questo acquisto. Cosa farai ora? Acquisterai il biglietto o te ne tornerai a casa?
Mentre ci pensi, posso dirti che questo tipo di decisione è stato oggetto delle ricerche di diversi studiosi di finanza comportamentale, che indagano le reazioni dell’essere umano di fronte alle scelte di carattere finanziario. Fra i nomi celebri di questa branca delle scienze sociali, troviamo due psicologi premi Nobel per l’Economia, Daniel Kahneman e Richard Thaler. Da questi studi è emerso che, nel primo caso (la perdita del biglietto), il 90% delle persone intervistate avrebbe rinunciato all’evento. Mentre, nel secondo caso (la perdita del denaro), la percentuale dei rinunciatari scende al 50%.
Un euro vale sempre un euro?
Ti sembra razionale questa diversità di comportamento? Se ipotizziamo che il biglietto costi 100€ e riflettiamo logicamente, la scelta di assistere ugualmente all’evento prevede un esborso di 200 € in entrambe le situazioni: 100 € per il biglietto acquistato allo stadio e 100 € per il biglietto spesi in prevendita o rappresentati dai soldi smarriti.
Evidentemente 200 € sono sempre 200 € da un punto di vista economico. Ma non da un punto di vista psicologico. Perché mentalmente anche tu cataloghi i soldi in base allo scopo per cui li utilizzerai. Nel nostro esempio il biglietto smarrito aveva già generato una fuoriuscita di 100€ nel conto “svago e divertimento”. E il riacquisto fa raddoppiare le spese per questa voce. Mentre il denaro smarrito genera un costo di 100 € sotto la voce “imprevisti”. E quindi, in maniera irrazionale, una percentuale maggiore di persone si concede il permesso di spendere la stessa cifra per “svago e divertimenti”
Dare un nome ai soldi per risparmiare di più
E’ la teoria dei conti mentali che spiega la situazione descritta. E che illustra come i comportamenti finanziari cambino rispetto alla destinazione del denaro. Una teoria molto importante anche per chi, come te, legge quest’articolo per capire come usare responsabilmente i propri risparmi.
In 5 banche rurali del Centrafrica è stato condotto un test. I clienti sono stati divisi in 2 gruppi: il primo gruppo ha continuato ad accantonare i propri risparmi su un unico c/c tradizionale; il secondo gruppo invece ha accumulato il denaro in conti diversi a secondo della destinazione (es.spese mediche, scuola, imprevisti). Il risultato del test ha evidenziato che il secondo gruppo ha risparmiato il 30% in più rispetto al primo gruppo.
Suddividere, destinare, etichettare per incrementare i tuoi risparmi. Il primo passo che ti consiglio di fare per pianificare meglio le tue risorse finanziarie è “dare un nome ai soldi”. Senza dimenticare due nomi importanti: “futuro sostenibile” e “chi è più sfortunato di me”.
Se vuoi capire meglio come dare un nome ai tuoi soldi, ti invito a contattarmi. Puoi scrivermi a mauro.ventura@finanzaresponsabile.it e sarò felice di aiutarti a “battezzare” i tuoi risparmi.