Si possono unire investimento e sostenibilità? In altre parole, c’è un modo per far crescere i propri risparmi e, nello stesso tempo, dare valore anche a ciò che ci circonda? Se non ci fosse, è il caso di dirlo, si dovrebbe inventare. Sì, perché ormai è evidente che i tradizionali modelli di crescita e sviluppo globale hanno di fronte a sé un grande limite. Le risorse naturali sono in progressivo esaurimento. I cambiamenti climatici impongono un nuovo paradigma di sviluppo. La crescita della popolazione – inesorabile e geograficamente sbilanciata – amplifica tutto ciò. Di fronte a questo scenario, sembra chiaro che servano strade in cui finanza e responsabilità si incontrino.
Un circolo virtuoso per l’economia mondiale
Come far coincidere investimento con sostenibilità? Teoricamente è semplice. Parlando di mercato azionario, basta investire nelle realtà che rispettano e fanno propri i valori della responsabilità. Si crea così un circolo virtuoso. Investendo in aziende sostenibili, si apporta loro nuovo capitale. Così sono in grado di migliorare le proprie performance. Di produrre valore per sé e per gli investitori e dunque attirare nuovi capitali. Vi sono alcune soluzioni finanziarie che seguono in modi diversi questo modello, puntando su una selezione di imprese “ad alto valore di responsabilità”. Il punto è proprio qui: come vengono scelte queste aziende?
Un sistema a doppio filtro
Alcuni strumenti selezionano i titoli investibili secondo un doppio criterio.
Nell’universo di titoli possibili (circa 9.000, secondo l’indice Msci All Country World) si escludono dapprima i settori contrari ad un’etica comune (es. armi, gioco d’azzardo, tabacco). Quindi si selezionano quelli che rispondono ai criteri ESG (Environmental, Social, Governance). Si prende in considerazione quindi l’impatto sociale ed ambientale dell’azienda. E soprattutto il modello di gestione da cui questo impatto deriva. Sono parametri oggettivi, che offrono una fotografia affidabile della sostenibilità di un’impresa. Si analizza ad esempio l’impronta ambientale della sua attività ed il grado di integrazione sociale al suo interno. Ed anche le azioni di sostegno del territorio. Si analizzano poi le politiche messe in atto per la sicurezza e le pari opportunità. Si misura così il livello di responsabilità sociale dell’impresa. Per ragioni di competenza e trasparenza, questa fase di screening di solito è condotta da una realtà esterna specializzata. Così si risolve il problema dei conflitti di interesse.
La seconda fase di selezione è invece finanziaria. Fra i titoli selezionati per sostenibilità si scelgono quelli che soddisfano criteri minimi di redditività. Quindi si restringe ancor più la scelta a un numero limitato (solitamente fra i 70 e i 100) di titoli di alta qualità finanziaria.
Il valore in più della donazione
Ci sono prodotti d’investimento che fanno poi un passo più in là.
La società che li emette/promuove può stringere un accordo con una precisa realtà sociale del territorio. In base a questa convenzione, effettua una donazione proporzionale al denaro che riesce a raccogliere.
In altri casi viene lasciata al sottoscrittore la piena libertà di devolvere il rendimento (in tutto o in parte) a una realtà a sua scelta. A beneficiarne può essere una Onlus. Oppure un’associazione di volontariato o di promozione culturale. In questi casi la società emittente spesso contribuisce applicando commissioni agevolate al cliente.
Le soluzioni di investimento responsabile stanno crescendo in numero e forma. Grazie anche a una domanda sempre maggiore da parte degli investitori consapevoli e informati, anche in Italia. Investire nel valore della sostenibilità sembra del resto l’unica via per ripensare il mercato. Con strategica lungimiranza, offrendo nuove prospettive concrete di rendimento e una crescita compatibile con il futuro di tutti.