Il cinema sa raccontare storie. A volte ci fa sognare. Evadere da una realtà che può sembrare limitante, soprattutto in epoca di pandemia. In altre occasioni la narrazione cinematografica serve ad aprirci gli occhi su fatti, dinamiche, problemi che facciamo fatica a vedere o ci rifiutiamo di accettare.
The social dilemma
“The Social Dilemma” è un docu-film, uscito nel 2020 e diretto da Jeff Orlowski, disponibile sulla piattaforma Netflix. I protagonisti della parte documentaristica sono (ex)-managers di grosse società del mondo tecnologico e social (es. Facebook, Google, Pinterest). Nel corso degli anni hanno rivisto la loro posizione in queste aziende per ragioni di natura etica, arrivando in molti casi alle dimissioni. Cosa li ha spinti alla riflessione morale, al cambiamento, in alcuni casi radicale? Lo spiega bene la parte di film. Una famiglia americana si trova alle prese con 2 figli che crescono nell’onda invasiva dei social network. Come nel cartoon “Inside Out” venivano personificate le emozioni, qui l’intelligenza artificiale viene rappresentata da tre personaggi, che rappresentano gli algoritmi. Moderni burattinai che spingono alla dipendenza da devices con continue notifiche. Che propongono la visione di ciò che è utile a chi paga i social per finalità commerciali.
La finanza come i social?
Se sei arrivato a leggere l’articolo fin qui, ti chiederai quali punti in comune può avere The Social Dilemma rispetto alla finanza responsabile. Proviamo a rifletterci insieme.
Sempre più la tecnologia sta diventando fattore di accelerazione. Di cambiamento. Di democratizzazione di settori della vita economica. E fra questi la finanza. Con la parola fintech si individua come la fornitura di prodotti e servizi finanziari possa avvenire attraverso piattaforme tecnologiche. C’è chi pensa che questo processo porti ad una riduzione dei conflitti d’interesse. E ad una maggiore trasparenza. Può esser vero. Nelle stesso tempo, chiediti insieme a me: “Cosa accadrebbe se gli algoritmi manipolatori e persuasivi dei social venissero utilizzati dai cosidetti “robo-advisor”, piattaforme digitali in cui l’elemento umano è sostituito integralmente da calcolatori?”. C’è chi sostiene inoltre che la tecnologia, per quanto diabolica, porta a risparmiare notevolmente sui costi delle transazioni e dell’intermediazione finanziaria. Come afferma in “The Social Dilemma” Tristan Harris, ex- manager di Google, “Se non stai pagando per il prodotto, allora il prodotto sei tu”. Buona visione!