ETF sostenibili: una nuova opportunità di investimento ESG
Gli ETF, Exchange Traded Fund, sono particolari fondi d’investimento che hanno due caratteristiche specifiche: sono stati i primi ad essere negoziati in borsa al pari delle azioni (come del resto dice il nome) e replicano l’andamento dell’indice borsistico a cui si riferiscono, realizzandone l’identica performance – per questo vengono detti anche fondi a gestione passiva, per differenziarli dagli altri a gestione attiva, dove il gestore ha l’obiettivo di far meglio dell’indice di riferimento. L’indice in questione può essere di natura diversa (azionario, obbligazionario, materie prime…) e riguardare settori industriali o geografici differenti. Negli ultimi anni, l’industria degli ETF pare aver scoperto il mondo della sostenibilità: sono nati perciò numerosi fondi quotati in borsa che replicano indici ESG, cioè che si basano su aspetti ambientali, sociali e di governance.
Un’offerta in crescita
Gli ETF “sostenibili” esistono in verità da più di 10 anni, ma è nell’ultimo periodo che sembra essersi svegliato davvero qualcosa, specialmente nel mercato statunitense che, come si sa, tende ad anticipare i trend mondiali. Infatti, se fino a qualche tempo fa gli investitori sensibili ai temi della responsabilità potevano scegliere fra un ventaglio limitato di opzioni, storicamente legate alle energie alternative o all’industria idrica, oggi lo scenario si fa più variegato e interessante. Negli USA ci sono più di 20 ETF di tipo ESG in comparti azionari differenti.
Non solo ESG: molti approcci diversi
Questi strumenti replicano indici che usano diversi approcci. Alla base può esserci ad esempio la sostenibilità dell’azienda dal punto di vista ESG, dunque sotto un profilo specifico ma globale. Oppure l’indice può concentrarsi sulla carbon footprint, ossia sulle emissioni di CO2 delle aziende di cui replicano l’andamento in borsa. O ancora – e questa è l’ultima versione nata in ordine di tempo – può seguire la logica del cosiddetto impact investment: i portafogli così composti non si limitano a investire in aziende con buoni parametri ESG o con basse emissioni, ma che mirano a raggiungere (anticipandoli, quando possibile) determinati obiettivi ambientali o sociali, ad esempio quelli dell’Agenda 2030 dell’ONU. Obiettivi che si estendono a numerose tematiche diverse, come l’uguaglianza di genere, l’alimentazione o l’utilizzo responsabile delle risorse del territorio.
Se gli ETF responsabili sono ancora una piccola parte del mondo degli investimenti, soprattutto dal punto di vista della raccolta totale, si può facilmente prevedere che nel prossimo futuro continueranno a svilupparsi in modo sempre più sostenuto, spinti dal crescente interesse degli investitori per queste tematiche. E tutto lascia pensare che tutto ciò avverrà presto anche in Europa.