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Home›parole sostenibili›Social Impact Bond (SIB): i casi

Social Impact Bond (SIB): i casi

By webmasterfr
Marzo 16, 2018
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Continua il nostro viaggio nel mondo dei Social Impact Bond (SIB) iniziato la settimana scorsa. Oggi conosceremo  2 casi concreti.
Si tratta di SIB progettati e realizzati all’estero: uno in UK ed uno negli USA.

Il SIB di Peterborough: obiettivo

Peterborough è una cittadina della contea del Cambridgeshire (UK).
Nel settembre 2010 venne lanciato dal Ministero della Giustizia inglese e da Social Finance Ltd un SIB da 5 milioni di sterline. Tale importo serviva a finanziare un progetto di recupero sociale di detenuti maschi che scontavano, nel relativo carcere, pene inferiori ai 12 mesi. Il SIB doveva aiutare a combattere le recidive di reato. Il 60% di questa categoria di detenuti commetteva infatti un nuovo reato entro un anno dal rilascio.
Il programma finanziato dal SIB si chiamava “One Service” ed avrebbe avuto una durata di 6 anni.

Il SIB di Peterborough: protagonisti

I “protagonisti” di questo progetto erano:
– i beneficiari: i detenuti per cui è nato il SIB stesso;
– la Pubblica Amministrazione: nella fattispecie il Ministero di Giustizia, unitamente a Big Lottery Fund;
– le 4 associazioni che avrebbero fornito il servizio: St. Giles Trust, Ormiston Children and Families Trust, YMCA e SOVA;
– gli investitori sociali: Tudor Trust, The Monument Trust, ed altre 8 tra fondazioni e charities;
– l’intermediario specializzato: Social Finance Ltd;
– i valutatori interni del SIB: RAND Europe (indipendente) e Meganexus (raccolta dati);
– i valutatori del risultato finale: QinetiQ e University of Leicester.

Il SIB di Peterborough: funzionamento

Il SIB è stato progettato da Social Finance Ltd che ha poi creato una società “ad hoc”, la “Social Impact Partnership LP”. Tale società si occupò di gestire i rapporti tra le parti in causa attraverso 4 contratti. I contratti vennero stipulati tra la società stessa e gli altri “attori” del progetto.
I finanziatori del progetto si sono impegnati a versare i 5 milioni di sterline a Social Impact Partnership LP perché finanziasse il programma. Il capitale sarebbe stato restituito e remunerato solo in caso di successo dell’intera operazione.
Chi avrebbe restituito l’importo, con gli interessi? In teoria il Ministero, in pratica Big Lottery Fund. Il capitale e la sua remunerazione  sarebbero derivati dai risparmi futuri generati dalla riabilitazione completa dei detenuti target dell’operazione.
Ogni detenuto ha un costo giornaliero preciso per la comunità; prevenire il carcere significa anche prevenire costi, oltre che reati.

Il SIB di Peterborough: meccanismo di pagamento

I detenuti vennero divisi, in base alla data di rilascio, in tre gruppi da mille ciascuno. L’intervento delle associazioni su ciascun gruppo durava circa due anni.
Se il numero di condanne recidive si fosse ridotto del 10% in un gruppo o del 7,5% nella media dei tre gruppi, Big Lottery Fund avrebbe pagato un importo fisso prestabilito per ogni condanna evitata. Ciò sarebbe equivalso al costo risparmiato da una eventuale recidiva.
Così è stato: la recidiva si è ridotta del 9% a livello collettivo e gli investitori hanno ottenuto, oltre alla restituzione del capitale, il 3% annuo per la durata dell’investimento.
In questo SIB tutto è andato bene ed il suo buon esito è di conforto ed incoraggiamento per progetti futuri.

Il SIB di New York City: un’importante differenza

Attraversando l’Oceano, il primo SIB è stato lanciato dalla città di New York nel 2012. Il programma, dal titolo “ABLE”, aveva ed ha l’obiettivo di ridurre le recidive tra gli adolescenti (16-18 anni) del carcere di Riker’s Island.
Le categorie di attori in scena sono le medesime, cambiano semplicemente i nomi (l’amministrazione coinvolta è la città di New York, l’investitore sociale Goldman Sachs, ecc).
L’elemento innovativo è la presenza di un ulteriore attore: fondazioni e donatori. Di questa categoria, nel caso specifico, fanno parte: Bloomberg Philantropies ed altre due fondazioni. Esse hanno fornito capitali a fondo perduto, a copertura dei costi di intermediazione e valutazione della società incaricata, MDRC. Questi capitali sono diventati un fondo di garanzia a copertura del prestito di Goldman Sachs.
Il meccanismo di remunerazione elaborato è un po’ più complesso rispetto a Peterborough ma il criterio di base resta il medesimo.

SIB: conclusioni

Il SIB resta uno strumento finanziario molto innovativo ed utile ai fini sociali, poiché riesce a far convergere capitali importanti su progetti che diversamente “non vedrebbero la luce”. Il motivo è semplice: i costi per affrontare proficuamente problematiche sociali di rilievo ricadono sulla Pubblica Amministrazione che ha sempre risorse finanziarie scarse, in Italia come all’estero. I soldi non ci sono e i problemi permangono.
Con questo strumento la prevenzione diventa possibile.
La struttura tecnica del SIB è complessa e per funzionare è necessario uno studio approfondito. Alla base di tutto deve esserci la volontà di affrontare i problemi insieme e la competenza dei protagonisti. E soprattutto capitali disponibili ad essere messi in gioco ed ad ottenere un rendimento vincolato al raggiungimento di un obiettivo di carattere sociale.

Tagseconomia civileeducazione finanziariaimpact investingsostenibilità
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